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UNA SPECIE D’AUTOBIOGRAFIA

 

Sono nato l’8 maggio.
Allo spirare delle ultime parole della supplica alla Madonna.
Se non fossi nato in quell’istante, ma un po’ prima e un po’ dopo la mia vita avrebbe preso un altro corso?
Una retta può dividersi all’infinito, …. in infiniti infiniti, da qui il paradosso di Zenone che porta all’impossibilità di uscire da una stanza perché dopo il primo passo la distanza continua a frazionarsi in infiniti segmenti.
Ma tutti noi riusciamo ad uscire dalla stanza dove poco prima eravamo entrati, magari a fatica se sofferenti, ma ci riusciamo.
Io ho impiegato una vita ad uscire da quella stanza, da quello sgabuzzino dove “bambino” sono stato confinato.
Nascere a Napoli nel ’53 è una bella fatica.
No, nessuna difficoltà nel parto.
Nato in casa, nella casa paterna.
In riva al mare con il golfo da sfondo.
Il Vesuvio.
Sono certo che quando sono nato era una bella giornata di sole.
Ma dopo quasi sempre nuvolo.
La fatica è nel superare il “clima” negativo fatto di ”chi to ffa fa a fare sti ccose, sti fesserie.” “Studia se vuoi riuscire nel commercio”. “” pensa alle cose serie e poi più tardi…” “ma chi ti crede d’essere”. “ognuno comme nato è tale e quale”. “ Ma a che te serve?”
Le mille aspettative deluse.
Persino gli sconti coi buoni sconto che altrove funzionavano a Napoli nessuno li prendeva: “No … nun è pigliammo sticcose. So cose pe i guagliune !”
Che ridere l’insegnante del IV ginnasio, dove non davo prova di molta capacità al momento dopo essere stato sempre un ragazzino bravo a scuola, disse che non dovevo preoccuparmi se non riuscivo a studiare avrei potuto sempre fare il “bottegaio” come mio padre.
E quel bottegaio non denigrava il mestiere di commerciante, ma tutto ciò che di negativo, inutile e privo della grandezza che invece apparteneva ad una siffatta insegnante, ci fosse al  mondo.
Ancora qualche volta penso che potrei oggi squadernarle davanti tutto ciò che sono, che sono stato, che ho detto, che faccio, e i titoli di studio e l’importanza della professione che svolgo, e del successo anche economico di cui godo.
Ma perché poi ?
E poi La “Porsche”
il sogno bambino poi realizzato da grande, auto alla quale ho dedicato una poesia.
Ci sta bene in una “auto” biografia.
Sogno ingenuo di grandezza onnipotente. Il giardino dell’Eden in formato economia di mercato.
“Datemi il Sigillo” vi governerò il mondo.
La diaspora dei pensieri è cominciata con l’inizio della professione. Sono andati via tutti quelli non funzionali alla stessa.
“Ma tutto passa e tutto se ne va” o torna.
E come stormi “gli esuli pensieri” sono tornati al figlio di mio padre divenuto padre di suo figlio.
 Ed hanno iniziato a costruire mondi di colori e luce.

 

 

 
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